Anisetta Rosati Da elisir digestivo a Selezione Fumoir

Conosciuta in farmacia come Pimpinella Anisum, elisir digestivo capace di alleviare disturbi, irritazioni o gonfiori di stomaco, si diffonde poi a macchia d’olio nei ricettari e menu dei più blasonati ristoranti stellati.

12 luglio 2018 | italiaatavola.net

Oggi è presente anche in tabaccheria con la versione Anisetta Rosati Selezione Fumoir, capace di esaltare la finezza e l’aromaticità in abbinamento ai migliori sigari. Niente a che vedere con i numerosi prodotti da fumo aromatizzati all’anice sempre più apprezzati, come il precursore Anisette di Pedroni, il Toscanello Aroma Anice di Mst e l’ultimo nato Bianco Stellato prodotto da Mosi.

La ricchezza delle proprietà aromatiche e dei profumi ha origine dalle dolci colline del Piceno, in particolare sui terreni argillosi e ben drenati dei calanchi di Castignano e Offida (Ap). L’esposizione soleggiata e le fresche correnti di aria che si creano permettono nei decenni di selezionare un ecotipo di anice verde particolare – Anice Verde di Castignano, oggi Presidio Slow Food – grazie alla straordinaria concentrazione di anetolo (il composto aromatico dell’anice e del finocchio) pari al 94%.

Ed è proprio da un’antica ricetta del Premiato Laboratorio Chimico Farmaceutico del Cav. Umberto Rosati di Ascoli Piceno che nasceva, nella seconda metà dell’Ottocento, l’Anisetta Rosati. Frutto di un’attenta e complessa ricerca di materie prime straordinarie, la ricetta è attualmente seguita dall’avvocato Marco Rosati Ferrucci, fratello degli attuali titolari della storica farmacia, coadiuvato dalla moglie Marilena.

La peculiarità dell’Anisetta Rosati è dovuta ad una diligente distillazione discontinua a bagnomaria a lenta evaporazione di una selezione dei semi di anice verde, che vengono raccolti a mano da abili agricoltori nelle notti dell’ultimo plenilunio estivo. Il procedimento è esattamente quello di un tempo, le dosi proporzionate con l’aggiunta di altre spezie mediterranee (segrete) provenienti da coltivazioni biologiche fanno dell’Anisetta Rosati un liquore a basso contenuto zuccherino molto gradito al palato. Materialmente la produzione avviene nel laboratorio della farmacia, ad accezione della fase di distillazione che viene eseguita in Piemonte, grazie al prezioso supporto del distillatore Paolo Marolo.

Sempre più apprezzata nell’alta ristorazione gourmet e dai migliori barman europei e non solo: moltissimi chef stellati, come Mauro Uliassi, Davide Scabin, Bruno Barbieri e Carlo Cracco, oltre che nella loro carta dei distillati e dei cocktail la impiegano per preparazioni varie, ad esempio marinature, dessert, piccola pasticceria, gelati o addirittura per sfumare risotti. Massimo Bottura all’Osteria Francescana propone Anisetta Rosati con chicchi e crema di caffè on the rocks e Claudio Sadler nel suo ultimo Ristorante in Costa Smeralda con granita di anguria e spuma di cioccolato.

Da non perdere Anisetta Rosati Selezione Fumoir a fine pasto, dopo un buon caffè espresso, servita a 10-15°C in abbinamento ad un sigaro medio robusto naturalmente made in Italy e di fattezza Kentucky. Sorprendente il ménage a trois: sia per il tenore alcolico (38%) che conferisce un gran carattere al bicchiere, sia per l’elegante rotondità e freschezza in bocca persino nell’ultimo puff, grazie al blend di spezie mediterranee riconducibili all’anice verde, finocchio selvatico e ginepro.

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