Il segreto di un’eccellenza centenaria: intervista a Marco Rosati Ferrucci, titolare di Anisetta Rosati

di Alex Marè | Marcheinfinite

In un mondo in cui le tradizioni si intrecciano con l’innovazione, ci sono storie affascinanti e durature come quella di Anisetta Rosati. Attraverso generazioni, l’azienda è stata custode di una ricetta antica, tramandata da una famiglia che ha saputo trasformare un semplice digestivo in un simbolo di eccellenza.

Come ha iniziato la sua attività e da dove proviene l’Antica Ricetta dell’Anisetta Rosati?

La nostra storia inizia con l’Anisetta Rosati, un vero e proprio elisir nato come digestivo nella seconda metà dell’Ottocento nel Premiato Laboratorio Farmaceutico del Cav. Umberto Rosati di Ascoli Piceno. Questa ricetta ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti. La peculiarità dei nostri distillati risiede nella distillazione discontinua a bagnomaria a lenta evaporazione e nella selezione dei migliori semi di Anice Verde di Castignano, accompagnati da altre spezie mediterranee provenienti da coltivazioni biologiche.

Quali sono stati i vostri riconoscimenti nella storia?

Durante la Terza Esposizione Campionaria Mondiale di Roma del 1900, la nostra azienda ha ottenuto la medaglia d’oro, riconosciuta dalla Giuria all’unanimità dei voti. Successivamente, alla commemorazione delle Esposizioni Riunite a Firenze nel 1909, in occasione del 50° Anniversario della Rivoluzione Toscana del 1859, ci è stata conferita la prestigiosa Medaglia d’Oro di 1° Grado. Nel giugno del 1902, durante la 1^ Esposizione Campionaria di Ascoli Piceno, abbiamo ancora una volta ricevuto il riconoscimento della Medaglia d’Oro. Inoltre, oltre ai suddetti riconoscimenti, abbiamo avuto l’onore di essere fornitori di S.M. Vittorio Emanuele III, Re d’Italia, e di S.S. Papa Leone XIII, con diversi prodotti di nostra produzione.

Qual è stato il momento più emozionante per lei nel corso della sua attività?

Sicuramente uno dei momenti più emozionanti è stato quando abbiamo ricevuto la notizia che Massimo Bottura desiderava includere i nostri distillati nel menu degustazione del suo pluripremiato ristorante “Osteria Francescana” di Modena. Questo riconoscimento è stato un segno tangibile della nostra impegno e dedizione.

Come nascono le varie linee di prodotto e cosa c’è dietro ad un risultato di questo tipo?

Oltre alle nostre ricette storiche come l’Anisetta Rosati Classica e l’Amaro Rosati, abbiamo sviluppato altre sei tipologie di Anisetta, un bitter e un Gin. La nostra ispirazione nasce dalla curiosità e dall’attenzione alle richieste del mercato, senza mai compromettere la qualità delle materie prime utilizzate.

Ci può dare un consiglio su come degustare al meglio l’Anisetta Rosati?

L’Anisetta Rosati Classica si gusta al meglio pura o “on the rocks”, magari accompagnata da chicchi di caffè arabica e gocce di lime, oppure con lacrime di crema di un ottimo espresso. È perfetta anche per la creazione di cocktail e long drinks di alta qualità.

Infine, qual è il suo luogo del cuore e perché?

Senza voler fare torto a nessuna città italiana, il nostro luogo del cuore è sicuramente Londra. Conserva storici cocktail bar dal fascino retrò, dove è possibile degustare i migliori drinks del mondo. Tra questi, il Dukes Bar si distingue per l’eccellenza, anche grazie alla selezione di “spirits” del maestro Head Bartender Alessandro Palazzi, di origini marchigiane.

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